Calcola premio

News

15.10.2013
Carige, lettera di «sfiducia» al vertice della Fondazione

SOLE24ORE

 

Scontro a tutto campo in Fondazione Carige. Proprio mentre la banca è impegnata in una delicata fase di rinnovo – nominato il cda, si attende di conoscere il nuovo ad e il nuovo piano industriale, con le coordinate per l'aumento di capitale – nell'ente che l'ha di fatto innescata sembra essersi aperta una improvvisa resa dei conti: è di ieri, infatti, la lettera con cui 17 consiglieri d'indirizzo (su un totale di 28) chiedono l'immediata convocazione dell'organo per la revoca del presidente, Flavio Repetto. Al momento la nuova seduta non risulta ancora fissata, ma dovrebbe tenersi a giorni: a quel punto, si vedrà se per l'imprenditore arriverà la sfiducia, per la quale bastano 14 voti (con la variabile del voto segreto); non è escluso, però, che nel frattempo Repetto possa giocare d'anticipo e dare le dimissioni, anche per evitare ulteriori scossoni alla banca.
Dietro alla richiesta dei consiglieri firmatari della lettera (tutti i componenti dell'organo di indirizzo, con le sole eccezioni di Francesca Dagna, Claudio Regazzoni, Giulio Treccani, Marisa Bacigalupo, Graziano Mazzarello, Massimiliano Morettini, Bartolomeo Papone, Giancarlo Piombino, Giovanni Battista Crosa di Vergagni e Andrea D'Angelo), ci sarebbero le scelte di Repetto degli ultimi mesi, compresa probabilmente la decisione di avviare un radicale ricambio nella conferitaria – di cui ha il 46,6% – che ha portato tra l'altro all'uscita dello storico presidente Giovanni Berneschi. 
Ma a turbare gli animi nell'ente negli ultimi giorni c'è stata anche un'altra lettera, questa volta inviata dal Ministero per l'economia e le finanze alla Fondazione, in cui si chiedono alcuni charimenti proprio sulla recente gestione dell'ente, e in particolare nella condotta adottata rispetto alla conferitaria. A quanto risulta, la lettera arriva sulla base di un esposto anonimo al Mef, firmato «un gruppo di azionisti che ha creduto e crede nella sua banca». La missiva sostiene, tra l'altro, che la Fondazione avrebbe un accordo con i soci francesi di Bpce e attribuisce alla gestione dell'ente il fatto che quest'anno Carige non abbia distribuito dividendo. Inoltre sostiene che l'ente guidato da Repetto ha gestito male l'emissione, nel 2010, di un convertibile da circa 400 milioni a cui la Fondazione inizialmente aderì per 32,8 milioni offrendo la disponibilità dei restanti diritti alla Fondazione Crt e allo Ior, che sottoscrissero rispettivamente per 60 e 100 milioni, con l'obiettivo di fare entrare soci forti nell'azionariato della banca. Poi la banca vaticana ha venduto in anticipo le obbligazioni che sono state riacquistate dalla Fondazione.
Sulla base di questa lettera e forse di altre valutazioni, il Mef - cui spetta la vigilanza sulle Fondazioni - chiede conto alla Fondazione di alcune operazioni. In primis domanda a che punto sia il rinnovo del cda e del collegio sindacale, scaduti il 20 settembre scorso. Poi chiede come l'ente intenda rientrare dal debito, contratto con Mediobanca e Carige, di 187 milioni segnato nel'ultimo bilancio, soffermandosi sul fatto che il 95% dell'attivo di bilancio è investito in Carige. Il Mef chiede, dunque, quale sia il programma finalizzato a preservare il patrimonio e a ridurre l'esposizione nei confronti di Carige. Interroga, inoltre, la Fondazione sulle prospettive di sostenibilità dell'attività erogativa nei prossimi esercizi. Chiede, ancora, la valutazione prevista, nei futuri bilanci, della partecipazione in Carige e se la Fondazione intenda svalutarla. Infine domanda spiegazioni sugli 11,6 milioni di azioni di Carige che Fondazione ha comprato (in conseguenza della caduta del titolo a seguito della conversione anticipata del prestito obbligazionario dello Ior) e poi rivenduto. Secondo il Mef l'ente avrebbe dovuto comunicargli l'operazione perché implicava una crescita delle quote di Fondazione in Carige. L'ente guidato da Repetto ritiene, invece, che la comunicazione non fosse necessaria in quanto si trattava di strumenti finanziari non immobilizzati, acquisiti per questioni di trading. La Fondazione si ripromette di rispondere punto per punto alla lettera. © RIPRODUZIONE RISERVATA
« indietro