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TORINO - Segnali di rasserenamento, più qualitativi che quantitativi, un recupero dei portafogli e una maggiore consapevolezza del rapporto rischio/rendimento, la conferma del mattone come asset privilegiato per i risparmiatori italiani e la sorpresa delle donne, sempre più attive nel compiere scelte finanziarie in autonomia. Il tutto in un quadro contrassegnato da una crisi che continua a mettere in difficoltà i bilanci delle famiglie italiane. È questa la fotografia scattata dall'Indagine sul Risparmio e sulle scelte finanziarie degli italiani 2013, presentata ieri a Torino: un progetto del Centro Einaudi e di Intesa Sanpaolo, basato su un sondaggio Doxa effettuato nei primi due mesi dell'anno in corso sulla base di 1044 interviste a capofamiglia, sottoscrittori di un conto corrente bancario o postale. L'indagine a cura di Giuseppe Russo e diGiuseppina De Sanctis, conferma come gli italiani guardino con maggiore serenità al futuro, ma pochi hanno le idee chiare su come pianificare una pensione di scorta: pochi sottoscrivono i fondi pensione, molti pensano di vendere o affittare le case dei genitori, la gran parte nel frattempo riduce i consumi.
Complessivamente il portafoglio medio delle famiglie italiani, secondo i ricercatori di Centro Einaudi e Intesa Sanpaolo, è cresciuto del 15,9%. Nell'anno di lancio del BTp Italia, il 44% dei risparmiatori ha sottoscritto un bond, ma la casa resta l'asset preferito, anche se si investe soprattutto per i figli o per attività professionali e commerciali, che come prima casa. Spicca la crescita della fiducia nei fondi comuni di investimento, graditi dal 54,8% degli interpellati, poco sotto i massimi del 2011 e del 2002.
Ma risparmiare non è semplice: solo il 39,8% riesce ad accantonare qualcosa; finalizza il risparmio a un obiettivo solo il 16,3% degli interpellati. E se il risparmio è un valore per due italiani su tre, il 61,1% non mette nulla da parte, anche se solo una metà di loro si trova in situazione di vera sofferenza. Gli altri sono più o anziani o inclini ai consumi: il 16% degli intervistati sono "cicale" interessate più a spendere. Tra i segnali positivi il calo al 55,6% dal 59,3% di chi registra pesanti segnali di deterioramento della propria salute economica, mentre salgono coloro che registrano miglioramenti.
Come nelle precedenti edizioni, l'indagine dedica il suo focus a una categoria di risparmiatori particolare; e in questo caso i ricercatori hanno messo sotto osservazione le donne e gli effetti della crisi sui loro comportamenti economici e finanziari: sale al 12,4% la quota di coloro che sono economicamente non indipendenti, ma per una donna su otto, il 12,8% del totale, la crisi rappresenta un'occasione per progettare e rimettersi in gioco. Nel 72% dei casi le donne prendono decisioni in autonomia per quanto riguarda le scelte finanziaria, amministrano i conti di famiglia in sei casi su dieci e in due casi su tre decidono la banca di riferimento. Solo l'1,5% ha bisogno di essere guidata nel rapporto con la banca e solo il 4,1% non si occupa di casa e condominio. In testa alle priorità delle donne, oltre alle pensioni, il futuro dei figli: al centro degli interessi delle donne nel 26% dei casi, contro il 20,9 degli uomini. © RIPRODUZIONE RISERVATA