REPUBBLICA
MILANO — UnipolSai ai nastri di partenza. Lunedì 6 gennaio il gruppo nato dalla fusione tra Unipol Assicurazioni e le ex società della famiglia Ligresti (Fonsai, Milano Assicurazioni e Premafin) farà il suo esordio in borsa dopo che lo scorso 31 dicembre è stato stipulato l’atto di fusione per incorporazione in Fonsai delle compagnie coinvolte. A partire dall’Epifania, dunque, non verranno più scambiate le azioni di Fonsai, Milano e Premafin che saranno sostituite da tre tipologie di azioni di UnipolSai (ordinarie, di risparmio A e di risparmio B) sulla base dei rapporti di concambio approvati dalle quattro società. Resta quotato in borsa Unipol Gruppo Finanziario (Ugf), la holding che controlla il 63% di UnipolSai e sotto la quale resteranno Linear, Unisalute, il 63,4% di Arca Vita e il 67,7% di Unipol Banca. Entro metà mese il gruppo guidato da Carlo Cimbri dovrà poi decidere se accettare l’offerta del gruppo belga Ageas per gli 1,7 miliardi di premi che Unipol si è impegnata a cedere in cambio del via libera dell’Antitrust all’acquisizione di Fonsai. Il termine concordato con l’authority scadeva a ridosso di fine anno ma l’offerta è arrivata solo il 19 dicembre, ragion per cui l’Antitrust ha concesso un po’ di tempo in più per riflettere su una proposta definita di “estrema articolazione”. Cimbri ha sempre detto che non svenderà gli asset, che includono Liguria Assicurazioni, Liguria Vita, oltre ai marchi Milano Assicurazioni e Sasa. Certo, se la vendita non dovesse andare in porto — e l’offerta di Ageas non pare troppo generosa — si aprirebbe un confronto non semplice con l’Antitrust. Il collegio presieduto da Giovanni Pitruzzella dovrà valutare se concedere una proroga, dopo che 18 mesi sono trascorsi inutilmente, o aprire una procedura di inottemperanza che potrebbe portare a una sanzione compresa tra l’1% e il 10% del fatturato (15,5 miliardi di euro nel 2012).
Il mercato, dopo i pesanti aumenti di capitale varati nell’estate del 2012 e accolti con cautela, ha premiato Unipol e Fonsai con rialzi a due zeri. Starà al management, fresco dell’accordo con i sindacati sugli esuberi e la riorganizzazione, mantenere gli impegni del piano industriale: 350 milioni di sinergie e 814 milioni di utile promessi al 2015. © RIPRODUZIONE RISERVATA