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18.10.2013
Carige, la reazione di Repetto

SOLE24ORE

 

GENOVA - Banca Carige e Fondazione reagiscono alla bufera scatenata dai consiglieri di indirizzo dell'ente che hanno deciso (in 17) prima di chiedere una riunione del cdi, per mettere all'ordine del giorno la revoca dell'incarico al presidente della Fondazione, Flavio Repetto, e poi (in 14) di firmare una lettera per sollecitare una convocazione veloce del consiglio. Mercoledì sono stati gli enti stessi che li hanno nominati a bacchettare i consiglieri, invitandoli, di fatto, a rivedere la loro presa di posizione. Ieri due lettere, una di Repetto, indirizzata proprio ai dissidenti, e l'altra del neopresidente di Carige, Cesare Castelbarco, inviata ai media, hanno messo in chiaro le posizioni dell'ente e dell'istituto di credito.
Repetto scrive che «nessuna disposizione (statutaria, ndr) stabilisce termini minimi entro i quali si debba procedere alla convocazione» del cdi, a seguito di una richiesta dei consiglieri. E sottolinea che «la valutazione circa la data da stabilire per la riunione rientra dunque nelle prerogative» del presidente. Repetto prosegue, affermando che «la data di convocazione che ho stabilita al 30 ottobre» è «assai prossima ed è stata determinata anche in considerazione delle ulteriori materie che ho ritenuto di dover inserire nell'ordine del giorno della medesima riunione» nonché «dall'opportunità di lasciare anche ai consiglieri non firmatari della richiesta di convocazione – come me sorpresi dalla vostra improvvisa e inopinata iniziativa – spazi temporali di riflessione minimamente adeguati». In pratica, il cdi del 30 dovrà anche nominare il nuovo consiglio di amministrazione, scaduto il 20 settembre scorso. Il vecchio cda, invece, in regime di prorogatio, sarà chiamato, in una riunione fissata per il 23 ottobre, a compilare la risposta della Fondazione ai recenti rilievi mossi all'ente dal Mef.
Castelbarco, invece, ha preso carta e penna per sottolineare che le notizie in merito «a ipotetiche gravi ripercussioni» sull'istituto «derivanti dall'intensa dialettica interna in atto nelle realtà azioniste (la Fondazione controlla il 46,6% della banca, ndr)», hanno destato «preoccupazione» tra azionisti, clienti, dipendenti del gruppo «nonché nelle istituzioni». Ma aggiunge di voler evidenziare «con fermezza che i paventati rischi sono totalmente infondati. L'azienda di credito possiede infatti fondamentali solidi» e «ha avviato un processo di rafforzamento patrimoniale e un percorso diretto alla soluzione delle problematiche evidenziate» da Bankitalia «che non subiranno in alcun modo contraccolpi».
Castelbarco, poi, annuncia che ieri «sono stati interamente collocati 750 milioni di euro di obbligazioni bancarie garantite con scadenza a 5 anni e cedola del 3,875%». L'emissione, prosegue, «ha incontrato il forte gradimento degli investitori istituzionali, dal momento che le richieste hanno superato i 1.400 milioni e non hanno potuto essere soddisfatte completamente». © RIPRODUZIONE RISERVATA
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