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30.08.2013
I veti incrociati su banca Carige La partita finale di Berneschi

CORRIERE DELLA SERA

 

Fausta Chiesa
Prima il consiglio di amministrazione di banca Carige in cui sarà analizzata la relazione dell’ispezione di Bankitalia. Poi, il 4 settembre, il board della Fondazione che dovrà decidere i nomi da inserire nella lista per il rinnovo dei vertici dell’istituto e, a seguire nel pomeriggio, la riunione del Consiglio di indirizzo sempre della Fondazione. Il giorno dopo, il 5 settembre, saranno ufficializzate le liste dei soci della banca (oltre alla Fondazione che ha il 47%, anche i francesi di Bpce al 9,9% e i pattisti privati al 6%). E qui, finalmente, i giochi e le risultanze dei veti incrociati tra la Fondazione e gli enti locali saranno svelati. La prossima settimana sarà, dunque, cruciale per la finanza di Genova e Imperia e per la banca chiamata a trovare 800 milioni di euro per rafforzare il patrimonio e coprire sofferenze e difficoltà. Gli occhi sono puntati su Flavio Repetto, presidente della Fondazione che nomina sette dei quindici consiglieri. Di fatto i nuovi vertici dell’istituto saranno decisi dal consiglio della Fondazione, convocato soltanto un giorno prima della presentazione delle liste. Il punto è: il presidente della Fondazione gode ancora della fiducia dei politici liguri? A guardare le dichiarazioni ufficiali rilasciate ieri sera – a commento di rumors di stampa che indicavano uno scontro che avrebbe portato alla raccolta di firme per sfiduciare Repetto – la risposta è sì. Il sindaco di Genova Marco Doria, che finora si era contraddistinto per un silenzio totale sulla vicenda salvo dichiarare di «seguire con attenzione la vicenda», ha fatto diffondere una nota in cui smentisce «qualsiasi riferimento ad azioni che si ipotizzano intraprese dal Comune di Genova». A poca distanza è arrivata la dichiarazione del presidente della Regione Liguria Claudio Burlando: «È tutto inventato. In particolare non ho mai parlato col sindaco Doria dell’argomento». Dunque, ufficialmente nessuna rottura. Tanto che Doria ieri avrebbe incontrato Repetto. Con la pace tra la politica e la Fondazione, sembra inevitabile l’uscita di scena di Giovanni Berneschi, da dieci anni presidente della banca, di cui è consigliere da 25, entrato in rotta di collisione con Repetto con il tentativo (fallito) di far entrare Unipol nel capitale. Lo scontro è culminato con la decadenza del board a inizio agosto, dopo le dimissioni di 8 consiglieri su 15. In una lettera inviata ieri mattina ai principali giornali italiani, Repetto non ha risparmiato critiche alla gestione Berneschi. «La perdita di 63,2 milioni nel bilancio consolidato 2012, la conseguente mancanza di dividendo e il “rosso” dell’ultima semestrale hanno generato preoccupazioni e interrogativi su Carige – scrive Repetto – . A parte le difficoltà comuni a tutte le banche, Carige paga anche carenze gestionali e scelte sbagliate proprie con particolare riguardo alle partecipazioni nelle Società di assicurazione che hanno provocato ingenti perdite e che non sono state tempestivamente dismesse e solo di recente sono state poste in vendita». 
Un ritardo per temporeggiamento dovuto al tentativo di mettere in piedi il famoso progetto Unipol, secondo Repetto «emerso sorprendentemente» e «una soluzione diversa da quella deliberata all’unanimità dal Consiglio del 19 marzo». Soluzione – scrive sempre Repetto – che avrebbe arrecato un «danno gravissimo alla Fondazione», che si sarebbe diluita al 34 per cento. Più che la diluizione, che la Fondazione è «disponibile» a sostenere, del piano Berneschi non piaceva il convitato. Fondazione Carige è pronta «a ridurre la propria partecipazione in funzione dell’ingresso nella compagine sociale della Banca di uno o più soci con potenzialità idonee a favorirne lo sviluppo». Con critiche pubbliche di questo calibro, difficilmente Berneschi potrà contare sul rinnovo, visto che è la Fondazione a indicare i vertici (presidente e vice presidente) della banca. 
La lista è ancora da definire nei dettagli, ma il posto in prima fila sembra sia già riservato all’avvocato Piergiorgio Alberti. Per completarla si dovrà tenere conto di quanto chiederà Bankitalia. Se le indicazioni di tipo economico sono state già assorbite con la semestrale, in termini di svalutazioni dei crediti per oltre 240 milioni di euro, ora mancano quelle sulla governance. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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